Else Lasker-Schüler 1869-1945


Ascolta
Io mi prendo nelle notti
Le rose della tua bocca
Che nessun’altra ci beva.
Quella che ti abbraccia
Mi deruba dei miei brividi
Che intorno al tuo corpo io dipinsi.
Io sono il tuo ciglio di strada.
Quella che ti sfiora
Precipita.
Senti il mio vivere
Dovunque
come orlo lontano?
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Io costeggio l'amore
Io costeggio l'amore nella luce del mattino,
Da molto vivo dimenticata – nella poesia.
Tu una volta me l'hai detto.
Io so l'inizio –
Di me di più non so.
Però mi sono sentita singhiozzare nel canto.
Sorridevano propizi gli Immortali nel tuo volto,
Quando tu nell'amoroso salmo della nostra melodia
I popoli immergesti e poi portasti in alto.
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Nel mio grembo
Nel mio grembo
Dormono le nuvole scure.
Perciò io sono così triste, mio bene.
Io devo chiamare il tuo nome
Con la voce dell’uccello del paradiso
Quando le mie labbra si colorano.
Già dormono tutti gli alberi nel giardino –
Anche l’instancabile
Davanti alla mia finestra –
Frulla l’ala dell’avvoltoio
E mi porta per l’aria
Fin sulla tua casa.
Le mie braccia si appoggiano ai tuoi fianchi,
Per rispecchiarmi
Nella trasfigurazione del tuo corpo.
Non spegnere il mio cuore –
Tu che trovi la strada –
Eternamente.
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L'ultima stella
Il mio argenteo guardare stilla nel vuoto,
Mai presagii che la vita fosse cava.
Sul mio raggio più leggero
Scivolo come su trame d’aria
Il tempo in cerchio, a palla,
Instancabile la danza mai danzò.
Freddo serpente scatta il fiato dei venti,
Colonne di pallidi anelli salgono
E crollano di nuovo.
Che cos’è la silenziosa voglia d’aria,
Questa oscillazione sotto di me,
Quando io mi giro sopra i fianchi del tempo.
Un lieve colore è il mio movimento
Ma mai baciò il fresco albeggiare,
Mai l’esultante fiorire di un mattino me.
Si avvicina il settimo giorno "
E la fine non è ancora creata.
Gocce su gocce finiscono
E si sfregano di nuovo,
Nelle profondità barcollano le acque
E si accalcano là e cadono a terra.
Selvagge, scintillanti ebbre-braccia
Schiumano e si perdono
E come tutto si accalca e si stringe
Nell’ultimo movimento.
Più breve respira il tempo
Nel grembo dei Senzatempo.
Arie vuote strisciano
E non raggiungono la fine,
E un punto diventa la mia danza
Nella cecità.
-

Sono triste
I tuoi baci fanno buio, sulla mia bocca.
Io non ti sono più cara.
E come giungesti!
Azzurro di paradiso;
Alla tua più dolce fonte
Il mio cuore faceva il giocoliere.
Ora lo voglio truccare
Come le puttane il rosa
Appassito dei fianchi di rosso.
I nostri occhi sono socchiusi,
Come un cielo morente
La luna è invecchiata.
La notte non si sveglia più.
Tu non ti ricordi di me.
Dove me ne andrò con questo cuore?
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