Parole non dette
Parole che la bocca mai non disse,
per pietà, per orgoglio o per paura,
che i labbri spinse una demenza oscura, che un più forte volere ivi confisse:
parole non di suono ma di palpito,
miste al sangue pulsante, alla saliva
di che il tacer s'abbevera, alla viva
carne che soffre, al cuor che batte a scalpito:
han, nel profondo ove s'accolgon bieche (e chi dir non le volle in sé le udrà sempre), un'allucinante fissità di facce spente, di pupille cieche.
O creatura dalle chiuse labbra,
sulla parte di te che fu soppressa
il tuo silenzio è pari a una compressa gelida su ferita che si slabbra.
O creatura che disio non chiama
più, che amor più non sveglia!... Un'ora sola
a te segnava Iddio per la parola
che non dicesti: ed or entro ti clama. Rannìcchiati in disparte, ingoia il pianto, avviluppati d'ombra. È tardi adesso
per la tua verità. Tu sei già presso
la soglia eterna, ove il silenzio è santo.
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Sinfonia azzurra
Venne in cerca di te
nella calda notte, lungo le strade dai fanali azzurri.
Tutte le strade, allora, la notte erano azzurre
come le vie dei cieli,
e il volto amato
non si vedeva: si sentiva in cuore
E ti trovò, o dolcezza, nell'ombra
casta, velata d'un vapor di stelle.
Fra quel tremolìo d'astri
discesi in terra,
in quell'azzurro di due firmamenti
l'uno a specchio dell'altro, ella
ella pure rispecchiò in te l'anima sua notturna.
E ti seguì con passo di bambina
senza sapere, senza vedere, tacita e fluida.
E allor che il giorno apparve
con fresco riso roseo su l'immenso turchino,
non trovò più se stessa
per ritornare.
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Venne in cerca di te
nella calda notte, lungo le strade dai fanali azzurri.
Tutte le strade, allora, la notte erano azzurre
come le vie dei cieli,
e il volto amato
non si vedeva: si sentiva in cuore
E ti trovò, o dolcezza, nell'ombra
casta, velata d'un vapor di stelle.
Fra quel tremolìo d'astri
discesi in terra,
in quell'azzurro di due firmamenti
l'uno a specchio dell'altro, ella
ella pure rispecchiò in te l'anima sua notturna.
E ti seguì con passo di bambina
senza sapere, senza vedere, tacita e fluida.
E allor che il giorno apparve
con fresco riso roseo su l'immenso turchino,
non trovò più se stessa
per ritornare.
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